Cattedrale di Spira
 
Suggestivo simbolo di memorie,
Dal vento dei secoli passati,
Dalle nuvole cupe che corrono,
Dai raggi del sole morente
Su elmi che brillano,
Da velluti di glorie e di lotte,
Il languire e il macerarsi
Dietro a vetri incisi di santi.
Sul Reno di fango erge
La sua groppa solenne
Con le torri, fantasmi rossi
Dal cappuccio verde.
Nel profondo della cripta
Oscura e solitaria,
Le tombe giacciono da secoli
Con re e imperatori
Nel silenzio e nel grigio
Della pietra.
Cosa hai sofferto, Gudule?
Cosa, nel tuo cuore,
Hai soffocato, Beatrice?
Che vuol dire essere moglie
Di imperatore e figlia di re?
Quali le paure, nel giro dei corridoi,
Nelle alte stanze fredde,
Nelle torce sfuggenti,
Nei temuti passi di metallo?
Da tempo tutto è finito,
Come corse l’acqua del Reno.
Ma per voi era solo quello
Il tempo che vi dette la vita.
Ora, nella cripta profonda
Arriva fioco il suono
Del grande organo
E voi siete un ricordo
Per chi passa e, forse
Per un momento,
Immagina e pensa,
Eco di un tempo duro,
Risonante di feste
E trepidante di morte.